Marco Rubio in Israele: si discute dell’attacco a Doha, dell’annessione della Cisgiordania e il futuro degli Accordi di Abramo.
Mentre il ministro degli Esteri Antonio Tajani dichiara che l’Italia è pronta a discutere eventuali sanzioni contro Israele, Marco Rubio è giunto nel Paese in un momento particolarmente critico per la regione, dopo l’attacco israeliano a Doha contro alcuni leader di Hamas. La visita ha l’obiettivo di rassicurare il premier Netanyahu sul sostegno degli Stati Uniti, nonostante le crescenti tensioni a livello internazionale.

Marco Rubio arriva in Israele: l’attacco a Doha e la posizione americana
Il Segretario di Stato Marco Rubio, come riportato da L’Ansa, ha chiarito la posizione dell’amministrazione Trump poco prima della sua partenza per Israele. Riguardo all’attacco israeliano a Doha, ha dichiarato che, sebbene il presidente “non fosse contento“, l’episodio “non avrebbe cambiato la natura delle nostre relazioni con gli israeliani“. Ha aggiunto però che gli Stati Uniti e Israele “dovranno discutere” dell’impatto sull’andamento dei negoziati per una tregua.
L’operazione militare israeliana aveva come obiettivo i vertici di Hamas. Quest’ultimi erano riuniti nella capitale qatariota per discutere una proposta di cessate il fuoco avanzata proprio dagli Stati Uniti. Il premier Netanyahu ha difeso l’azione, affermando che l’eliminazione di alti funzionari del gruppo rappresenta il superamento del “principale ostacolo” alla fine del conflitto.
L’annessione della Cisgiordania e la pressione sugli Accordi di Abramo
Un altro punto centrale della missione di Marco Rubio, aggiunge L’Ansa, riguarda la possibilità che Israele proceda con l’annessione di parti della Cisgiordania occupata. Secondo Axios, il premier Netanyahu vuole capire se ci sarebbe un sostegno americano a questa mossa. Azione che potrebbe seguire al riconoscimento dello Stato palestinese da parte di diversi Paesi all’Assemblea Generale dell’ONU.
La maggior parte della comunità internazionale considera la Cisgiordania un territorio occupato e considera qualsiasi annessione come illegale e provocatoria. Gli Emirati Arabi Uniti hanno avvertito che un’annessione metterebbe a rischio il trattato di pace con Israele e gli stessi Accordi di Abramo, compromettendo la strategia diplomatica promossa dagli USA.
Due funzionari israeliani citati da Axios sostengono che il Segretario di Stato degli Stati Uniti d’America, in incontri privati, avrebbe lasciato intendere che l’amministrazione Trump “non si metterebbe di traverso“.
Queste dichiarazioni hanno allarmato diversi funzionari statunitensi, che hanno accusato il governo israeliano di voler “mettere all’angolo Washington“. La Casa Bianca e il Dipartimento di Stato hanno quindi avviato riunioni per chiarire una posizione pubblica univoca.
Un funzionario americano ha spiegato che il rischio principale è che l’annessione faccia “collassare gli Accordi di Abramo” e danneggi l’eredità politica di Donald Trump.